In soli 13 mesi, il comitato ha raccolto oltre 128.000 firme certificate. L’iniziativa chiede che il canone radiotelevisivo di 335 franchi annui per nucleo familiare, oggi il più alto al mondo, sia limitato a 200 franchi. Il consigliere nazionale Thomas Matter (UDC) sottolinea: «La rapidità con cui sono state raccolte le firme dimostra quanto la popolazione desideri una riduzione del canone SSR. Abbiamo ricevuto molti incoraggiamenti e sostegni durante la raccolta delle firme.»
Per Marco Chiesa, consigliere agli Stati e presidente di UDC Svizzera, l’iniziativa è attesa da tempo: «Con questa iniziativa vogliamo ottenere una correzione: il canone radiotelevisivo indipendente dagli apparecchi, pari a 335 franchi annui per economia domestica, deve essere ridotto a 200 franchi. Questo perché l’offerta di media è cambiata notevolmente, così come il modo in cui la popolazione utilizza i media».
«L’iniziativa è importante perché esenta le aziende e le imprese dal pagamento del canone SSR», afferma la consigliera nazionale Daniela Schneeberger (PLR), vicepresidente dell’USAM. Oggi le aziende pagano un canone SSR basato sul fatturato. Schneeberger ritiene che il prelievo sia una doppia imposizione inammissibile per gli imprenditori: «Gli imprenditori pagano già il canone SSR come privati. Con il contributo obbligatorio per le imprese, gli imprenditori e i commercianti pagano il contributo due volte».
Il giornale «Il Mattino della Domenica» ha raccolto oltre 30.000 firme per l’iniziativa in Ticino. Lorenzo Quadri, consigliere nazionale (Lega) e caporedattore de «Il Mattino», sottolinea: «L’alto numero di firme raccolte in Ticino dimostra che tra la popolazione cresce l’insoddisfazione per l’eccessiva mediatizzazione del nostro Cantone».
L’iniziativa SSR «200 franchi bastano!» porta alla necessaria discussione di fondo sulla definizione e sulla portata del «servizio pubblico» nel settore dei media. Si tratta di un’iniziativa urgente, perché la SSR è attualmente attiva in aree di mercato che non rientrano nel suo mandato. Tutti i cittadini beneficiano della riduzione del canone, ma soprattutto i giovani e le famiglie sole. Con l’abolizione dei canoni per le aziende, l’iniziativa porta sollievo anche alla piazza economica svizzera.
L’iniziativa popolare tiene conto delle minoranze linguistiche: tramite la perequazione finanziaria, si dovrebbe continuare a rendere possibili programmi di valore pari a quelli della radiotelevisione svizzero-tedesca SRF.